L'importanza del cotone nella storia dell'India

L'importanza del cotone nella storia dell'India

Namaste Belle Gioie!
Avete già dato un’occhiata alla nuova collezione in 100% cotone? I modelli e le fantasie che abbiamo studiato per voi sono unici, ma il tessuto che abbiamo scelto, e che già avete imparato a conoscere e amare, è ricco di storia e significati.
La pianta del cotone cresce solo nelle regioni tropicali e subtropicali, in particolare nell’Asia sud-orientale e nel Vicino Oriente. La lanugine intorno ai semi del fiore, chiamata bambagia, viene raccolta per produrre le fibre vegetali.
Campo di cotone.
La tessitura del cotone in India divenne presto un’arte, tramandata di generazione in generazione: affascinò le famiglie reali che iniziarono a circondarsi di artigiani tessili, per poi conquistare anche il mondo occidentale. Ma non solo: il tessuto era un simbolo potentissimo nella società indiana preindustriale e nemmeno l’avvento del capitalismo ne ha cambiato la visione.
Ancora oggi, infatti, gli abiti tradizionali di maggior pregio vengono tenuti da parte o regalati in occasione delle festività rituali. Questo perché il tessuto porta con sé il simbolo dello status di chi lo indossa, una funzione magica che ha effetti sul portatore e si rivela un pegno di protezione futura.
Il tessuto più grezzo, a trama rada e con grossi nodi, chiamato Khadi, è ritenuto più permeabile allo spirito e all’essenza e per questo veniva utilizzato dalla casta dei sacerdoti per “intrappolare” la divinità, ma stando bene attenti alle contaminazioni: durante i pasti, ad esempio, veniva legato attorno alla testa per evitare il contatto con il cibo impuro.
La nostra modella indossa il cardigan Khomal - Verde lime sopra un completo nero, mentre siede su un muretto in riva al lago.
Il nostro cardigan Khomal richiama il tessuto Khadi, fortemente simbolico.
Al contempo, i tessuti più fitti e tesi venivano molto apprezzati non solo per le qualità estetiche, ma anche perché ritenuti in grado di respingere le contaminazioni maligne.
Anche la comunità indiana di religione musulmana aderiva a questa visione del tessuto e alla necessità di rifuggire dalle contaminazioni: al contrario del pensiero induista, che vede le impurità come un deterioramento dell’essenza morale dell’individuo, esse sono viste come distrazioni del fedele dalla preghiera.
Il colore, inoltre, è una componente essenziale della qualità della stoffa: il rosso, che evoca sangue e pericolo, valorizza il ruolo dei soldati e la potenza delle essenze femminili (le donne indossano abiti rossi e disegnano la pelle con henné rosso in occasione dei matrimoni e delle feste della fertilità).
Quando i tessuti e gli abiti di confezionamento inglese invasero il mercato indiano, grazie a proprietà estetiche ed economiche, lo spirito nazionalista swadeshi che si destò a cavallo tra ‘800 e ‘900 si fece promotore anche di un recupero dell’arte e dell’artigianalità della tessitura come simbolo di rinascita culturale e morale dell’India.
Lo stesso Gandhi fece appello alla tessitura casalinga, artigianale, come atto creativo e la difese contro il consumo di prodotti stranieri che impoveriscono e spogliano gli uomini e le donne dell’India: le donne vennero così reintegrate nel processo produttivo del Paese e ne venne riconfermato, allo stesso tempo, lo status primitivo secondo cui il dovere di una moglie è tessere, mentre quello delle donne nubili è filare.
Foto in bianco e nero di M. Burke-White: Gandhi legge vicino un filatoio in primo piano, simbolo della lotta per l'indipendenza.
In questa foto in bianco e nero di M. Burke-White, Gandhi legge a gambe incrociate vicino al filatoio in primo piano, simbolo della lotta per l'indipendenza.
Secondo Gandhi
“è un peccato abbigliarsi con le ultime creazioni di Regent Street quando i tessitori e i filatori tuoi vicini soffrono la fame”.
Negli anni ’20, Gandhi sviluppò il tema della filatura come atto di preghiera in espiazione delle colpe individuali e sorgente di nuova vita per la comunità, insistendo sulle proprietà santificanti che la semplice stoffa tessuta in casa trasmetteva a coloro che la indossavano.
Ancora oggi, l’ideologia è viva anche nella coscienza di chi indossa quotidianamente sari elastici o jeans.
Acquistare un abito realizzato dai nostri amici e collaboratori artigiani indiani non significa solo prendere possesso di un capo unico e artistico, ma anche aiutare la piccola comunità che lo ha prodotto e arricchire il nostro spirito con l’intento creativo e le energie positive che le mani dell’artigiano hanno trasmesso al tessuto.